A.R., uomo di 50 anni, giunto alla nostra osservazione per delle metamorfopsie OD da 10 giorni.
Il paziente era normoteso e senza patologie generali particolari.
Il visus naturale era di 9/10. Nulla a carico del segmento anteriore. L'esame
del fundus evidenziava in OD
la presenza di numerosi punti bianco-giallastri diffusi in sede maculare, come da precipitati retinici. Era
inoltre presente una modesta succulenza retinica inferiormente alla macula.
Il test di Amsler metteva in evidenza una modesta metamorfopsia centrale.
La fluorangiografia rilevava una area di tenue iperfluorescenza sin dalle
prime fasi che rimaneva invariata durante l'esame.
Inferiormente alla macula era presente un punto di iperfluorescenza, più superficiale, a limiti netti, che rimaneva
inalterato nelle fasi più avanzate. L'angiografia con verde indocianina
evidenziava una zona leggermente ipofluorescente inferiore ed una area di leggera, aspecifica iperfluorescenza
maculare nelle fasi più tardive (fig.1).
In OS il visus era di 10/10. L'angiografia rilevava una modesta distrofia dell'epitelio pigmentato
retinico paramaculare.
La diagnosi differenziale riguarda prevalentemente la corioretinopatia sierosa centrale, una degenerazione maculare complicata da neovascolarizzazione sottoretinica, un macroaneurisma.
Il buon visus in paziente giovane, l'assenza di drusen, la presenza di precipitati
possono indirizzarci alla prima diagnosi. La presenza di metamorfopsie, solitamente non presenti nella sierosa, e
l'associazione di una lesione inferiore aspecifica ma con caratteristiche diverse da quelle riscontrabili in una
sierosa, potrebbero indirizzarci verso una degenerazione maculare.
L'aspetto a limiti ben definiti, superficiale, potrebbe essere in relazione con un macroaneurisma, ma il paziente non
era iperteso, la lesione non era associata ad un vaso arterioso ed erano presenti altre aree di
iperfluorescenza al polo posteriore.
L'indocianina non è di particolare aiuto.
Cosa Fare?
In tali casi è consigliabile eseguire un OCT per valutare il tipo e la sede della lesione e per monitorare il decorso.
Da un punto di vista terapeutico è possibile intervenire in due modi 1) non fare nulla e seguirne l'evoluzione o 2) intervenire per chiudere la lesione inferiore alla macula, che essendo extrafoveale potrebbe essere aggredita con una fotocoagulazione laser.
Che cosa avreste fatto? Noi abbiamo optato per l'attesa.
Il paziente tornava alla nostra attenzione dopo tre mesi. Il visus era di 10/10. Non erano presenti metamorfopsie. L'esame obiettivo evidenziava la pressoché totale scomparsa dei precipitati e dell'edema. La fluorangiografia era immutata (fig.2).
L'ipotesi più probabile è la presenza di una proliferazione angiomatosica intraretinica (RAP),
descritta recentemente da Yannuzzi, che può essere rilevabile in 3 stadi, partendo dalla retina sino ad approfondirsi
verso la coroide. Talora l'evoluzione di tale lesione è positiva nel senso che può rimanere stabile per lungo tempo.
In tali casi è utile consigliare un monitoraggio frequente con valutazione soggettiva del visus test di Amsler
e controllo clinico e/o angiografico o con OCT tra due-tre mesi.
FIGURA 1: La retinografia a luce aneritra(a) evidenzia un edema maculare
associato a precipitati. La fluorangiografia (b,c) presenta aree di iperfluorescenza e una lesione rotonda
inferiore alla macula a margini netti.
L'indocianina (d) non dà informazioni particolari.
FIGURA 2: Dopo tre mesi si nota il miglioramento dell'edema e dei precipitati. La fag è invariata