Istituto S.Raffaele Milano
V.R. di anni 14 è giunta alla nostra osservazione lamentando da due mesi una diminuzione visiva in OO. La diagnosi posta in altra sede era stata confusa e comunque era presente un distacco essudativo bilaterale. Alla nostra osservazione il visus era 1/20 in OD e 2/10 in OS. La paziente aveva manifestato nei dieci giorni precedenti qualche episodio di febbre aspecifica regredita con antipiretici. Era stata sottoposta ai comuni esami ematochimici (negativi) a visita neurologica (normale). La paziente alla nostra osservazione era sotto terapia con 25 mg di deltacortene.
L'esame obiettivo rivelava un ispessimento corneale con rarefazione
dello strato cellulare. L'esame del fondo oculare rivelava un
distacco sieroso periferico inferiore in OO con diffuse aree di
distrofia retinica e dispersione pigmentaria al polo posteriore.
L'ICG era nella norma.
Review a cura di Dr Fabio Patelli e Dr Stefano Ciaccia - Istituto San Raffaele Milano
Di fronte ad un paziente che presenta un distacco di retina essudativo
risulta spesso difficile porre
una diagnosi certa, anche dopo una meticolosa valutazione clinica. Questo avviene perche' il distacco di retina
essudativo detto anche "effusione ciliocoroideale", non fa riferimento ad una specifica entità clinica, ma
piuttosto ad una condizione anatomo-patologica causata da varie condizioni oculari o sistemiche. Spesso si giunge alla
diagnosi per esclusione.
La maggior parte dei casi di effusione ciliocoroideale può essere classificata
in 4 categorie fisiopatologiche:
Effusione ciliocoroideale neoplastica.
Effusione ciliocoroideale idrodinamica (ipotonia oculare; elevata
pressione venosa uveale; ipertensione maligna).
Effusione ciliocoroideale associata ad anomalie della sclera.
Effusione ciliocoroideale infiammatoria.
Tutte hanno la caratteristica comune di avere alterato il delicato equilibrio esistente tra il gradiente pressorio transmurale idrostatico (differenza tra la pressione ematica intravascolare e la pressione intraoculare) e il gradiente pressorio colloido-osmotico dei capillari della coroide. Quando questo equilibrio si altera si ha un accumulo di liquido e proteine nello spazio sovracoroideale, provocando un sollevamento della retina neurosensoriale.
Nel caso presentato escludiamo naturalmente tutte le cause post-chirurgiche, visto che la paziente non aveva subito
interventi chirurgici (un cerchiaggio chirurgico con compressione delle vene vorticose o un intervento filtrante per
glaucoma possono causare un distacco di retina essudativo); un importante
fattore discriminante risulta
essere la bilateralità. Questo ci porta ad escludere la neoplasia come possibile causa del distacco. Restano da
considerare i fattori idrodinamici, quelli infiammatori e le anomalie sclerali. La pressione oculare risultava nella
norma: questo ci porta ad escludere come causa l'ipotonia oculare e l'elevata pressione venosa uveale, spesso
associata ad ipertono.
Tra i fattori idrodinamici resta da considerarsi l'ipertensione maligna: alla nostra osservazione la ragazza non
presentava ipertensione, ciò non toglie che potesse esserci stato un episodio acuto di ipertensione arteriosa da cause
endocrinologiche (ricordo che la paziente ha 14 anni) che potesse aver scatenato un distacco di retina essudativo. Questa
ipotesi sembra tuttavia molto improbabile.
Un ispessimento della sclera può alterare il trasporto proteico e dare origine al
distacco essudativo; le cause di alterazioni sclerali sono il nanoftalmo, la sindrome dell'effusione
uveale idiopatica e la mucopolisaccaridosi. Il nanoftalmo viene escluso in partenza dato
che i bulbi oculari apparivano di normali dimensioni. L'effusione idiopatica è più
frequente negli uomini di mezza età, solitamente in buona salute e stressati. La
mucopolisaccaridosi è una malattia sistemica e consiste nell' accumulo di
mucopolisaccaridi a livello sclerale con conseguente ispessimento della sclera stessa.
Altra complicanza oculare presente nella mucopolisaccaridosi è l'ispessimento e l'opacizzazione
corneale progressiva.
Nel nostro caso le alterazioni corneali lievi notate potrebbero indirizzarci verso questa
diagnosi, o meglio verso la forma più lieve delle mucopolisaccaridosi nota come la
malattia di Scheie; questa è però associata viso tozzo, mani ad artiglio, sindrome del
tunnel carpale, rigidità articolare e alterazioni cardiache, che risultano assenti nella
nostra paziente.
Tra le cause infiammatorie quella più probabile sembra essere la sindrome di
Vogt-Koyanagi-Harada.
Questa risulta più frequente nelle donne di età compresa tra i 20 e i 50 anni, ed è caratterizzata da un improvviso calo
visivo con infiammazione più frequentemente posteriore e distacco di retina
essudativo spesso bilaterale anche se in genere non simultaneo, ma a distanza di qualche giorno. Non vi è un
vero e proprio dolore oculare, ma più spesso un fastidio associato a sintomi simil-influenzali come febbre,
malessere, cefalea e nausea. A volte sono associati sintomi di tipo neurologico quali
tinnito con riduzione temporanea dell'udito e sintomi neurologici focali. Le
manifestazioni cutanee se presenti sono poliosi (1/3 dei pazienti), vitiligine, madarosi e
alopecia.
Il distacco di retina solitamente si risolve con terapia steroidea, lasciando
alterazioni pigmentarie al fondo oculare, come compaiono nel nostro caso. La terapia
steroidea va mantenuta per almeno 6 mesi nei casi che coinvolgono il segmento posteriore
per il rischio di recidive (80-100 mg/die di prednisolone).
Per concludere la diagnosi più corretta ci sembra essere la malattia di
Vogt-Koyanagi-Harada. Nonostante la giovane età e l'assenza di segni neurologici i
fattori che giocano a suo favore sono la bilateralità, la risposta agli steroidi, il
rimaneggiamento dell'epitelio pigmentato retinico in fase risolutiva del distacco, la
poliosi, inizialmente non segnalata, ma che è comparsa bilateralmente in un secondo
tempo. Attualmente il visus di V.R. è di 2/10 bilaterali ed è in terapia steroidea sistemica.